Naturalmente no. Vi sono molte persone che pur partendo da uno stato di difficoltà riescono a trovare una loro strada individuale soddisfacente attraverso un attaccamento importante. Un amore importante, un’amicizia importante, una causa importante.
La domanda se fare o meno una psicoterapia dovrebbero porsela invece le persone che pur realizzando questi attaccamenti rimangono insoddisfatte oppure ne verificano il periodico fallimento. In questi casi è probabilmente attivato un atteggiamento “difensivo” che impedisce di vedere correttamente in loro stesse e negli altri riproponendo esperienze ripetitive e frustranti.
L’aiuto che ci può dare una persona amica è accettazione e comprensione (vedi il punto precedente), ma questo in molti casi non basta poiché è l’insieme dell’accettazione e del susseguirsi di corretti interventi tecnici a rendere efficace l’aiuto. Questi interventi fanno parte del bagaglio professionale dello psicoterapeuta, vengono appresi nelle scuole di formazione post universitarie, vengono sperimentati e infine affinati dall’esperienza.
È poi importante che pur essendo il terapeuta sensibile alle emozioni del paziente non vi sia un coinvolgimento emotivo diretto che impedisca di vedere con sufficiente distacco la vicenda. Nel caso di un’amicizia è molto difficile che questo distacco ci possa essere.
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